Mai visitato l’Abruzzo? Troverete particolarmente suggestivo, gustare la varietà di panorami e di sensazioni uniche che, muovendovi tra le più alte cime dell’Appennino fino al mare, la regione offre. le sfumature di grigi e di verde delle montagne sfumano tra gole, altipiani pieni di rocce calcaree, paesi arroccati e antichi eremi medievali, fino alla sabbia e agli scogli della bassa costa del mare Adriatico, con le sue famose città balneari.
Il Gran Sasso d’Italia, che conla sua cima più alta che raggiunge i 2912 metri di quota, sovrasta tutta la catena appenninica, e, non a caso si erge a simbolo più rappresentativo del paesaggio abruzzese. Par la sua importanza paesaggistica (fauna e flora uniche al mondo) un terzo del territorio è protetto: si aggiunge e comprende parte dello storico Parco Nazionale d’Abruzzo e del territorio della Maiella. Tutti significativi e importanti “pezzi” dell’Italia verde.
L’Abruzzo, proprio come per la cultura di conservazione del territorio ha anche saputo storicamente identificarsi in una unica cultura popolare che si ripropone nel ricco calendario di feste religiose e folkloristiche e nella variegata cultura gastronomica: sapori e tradizioni riflettono una volta di più la varietà dei caratteri dell’Abruzzo.
Cittadina di circa 1200 abitanti, Pescocostanzo sorge tra gli immensi e silenziosi pascoli che la Maiella e l’alta valle del Sangro sorvegliano.
Proprio nel cuore del territorio carsico denominato degli Altipiani Maggiori d'Abruzzo, oggi compreso nel più vasto Parco Nazionale della Maiella, è situata Pescocostanzo (1395m slm). Una incomparabile cornice di monti e prati con la ricchezza floro-boschiva e faunistica dell’ambiente, la coincidenza di un patrimonio artistico e culturale di notevole valore rendono a quet’area un carattere di eccezionalità e propongono al turista i motivi di una visita ricca d’interesse.
Le origini dell'antico nucleo abitativo (il Pesco o Peschio) si fanno risalire almeno al X secolo. Il primitivo "Castello" è già citato in documenti storici del 1108 e nelle iscrizioni delle porte bronzee della Basilica di Montecassino del 1123-26.
Tra i primi signori del borgo si ricordano tale Oddone dei Conti di Pettorano e i suoi discendenti (fino a metà dei ‘200), alcuni feudatari seguaci dei sovrani angioini (dal 1269) e da ultimo i signori Cantelmo (dal 1325 al 1464). Nel 1456 un violento sisma devastava l'Abruzzo e tutta l'Italia meridionale; la stessa Pescocostanzo ne subiva danni. La ricostruzione del paese avveniva nel piano sottostante la rocca con un preciso impianto urbanistico (che si conserva tuttora).
Fu in quegli anni che vi affluirono numerosi ed abili "Mastri" artigiani di provenienza lombarda i quali improntarono fortemente le attitudini di vita delle locali popolazioni. Successivamente Pescocostanzo fu in possesso feudatario dei Signori Colonna; questi peraltro ben si distinsero per il progresso sociale del paese e il notevole impulso dato alla cultura e alle arti. Ad un evidente benessere economico (sostenuto in gran parte dalla fiorente industria armentizia) corrispondeva in pari grado una sapiente intrapresa amministrativa e l'investimento sociale in beni di arte e di cultura. I secoli XVII e XVIII corrispondono di fatto al periodo di maggiore sviluppo civico, o meglio di vero "splendore" della comunita' pescolana. Nel 1774 il paese si riscattava economicamente dal dominio feudale (rappresentato allora dai signori Testa-Piccolomini) assumendo di fatto il motto "Sui domina" di cui aveva a fre- giarsi poi nello stemma. Oggi Pescocostanzo può offrirsi al visitatore con tutto il suo patrimonio di bellezze culturali e ambientali.
L’assetto urbanistico è frutto di una programmazione rigorosa e illuminata (fin dal XVI secolo era attiva una vera "Commissione edilizia") e si è conservato mirabilmente intatto attraverso i secoli, resistendo a guerre e sismi, testimone stesso nel tempo dell'impegno statutario di salvaguardia da parte delle civiche amministrazioni.
Una vera città di montagna che racconta tutt’oggi, in uno scenario suggestivo, le sue antiche origini, l'intensa civiltà e l'incredibile vicenda artistica e culturale che sviluppò soprattutto tra il XV e XVIII secolo. A narrare le vicende Pescolane rimane l'eccezionale patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi e la tradizione artigiana ancora viva e preziosa (oreficeria, merletto a tombolo, ferro battuto, legno intagliato). I monumenti di maggiore interesse sono rappresentati da chiese, palazzi nobiliari, edifici pubblici e dalle tipiche case con "vignale". Un centro storico mirabilmente conservato nel quale si scoprono scorci fantastici. Ovunque strade pavimentate e selciate, fontane, balconi e finestre fiorite. Le risorse ambientali e naturalistiche non sono meno interessanti del patrimonio storico-architettonico. Il territorio di Pescocostanzo, compreso nel Parco Nazionale della Majella, offre al visitatore un ambiente ancora incontaminato entro un vasto orizzonte. Disegnato dal profilo delle montagne che lo circondano.
Tra i più alti centri abitati dell'Appennino e universalmente riconosciuto come uno dei borghi più belli d'Italia, Pescocostanzo è una piccola località turistica in provincia de L'Aquila
Il borgo frequentato sia d'inverno che d'estate è ricco di monumenti che testimoniano la sua storia e la sua arte nel corso dei secoli.
Il luogo è così ricco di tesori d’arte e bellezze naturali da apparire miracoloso, una specie di quaderno rinascimentale e barocco da sfogliare con cura, con la premura di prestare orecchio ai passi degli avi che ancora echeggiano sulle strade lastricate, sotto le finestre degli antichi palazzi.
Infatti, a dispetto delle dimensioni del borgo, Pescocostanzo ha un'elevata intensità di opere d'arte rinascimentale e barocca. A partire dalla chiesa Colleggiata dell'Assunta, oggi basilica dedicata a S. Maria del Colle, con portale tardo-romanico (1558) e scalinata (1580). Distrutta dal terremoto fu ricostruita nel 1465. Tra le tante chiese da visitare citiamo quella di Gesù e Maria, con interni barocchi, il Convento dei francescani (1611) e il monastero delle Benedettine di Santa Scolastica (1624).
Innumerevoli gli esempi di arte laica attraverso i palazzi signorili tra cui Palazzo Mansi e Palazzo del Governatore, il Palazzo Comunale e Palazzo Grilli ('500). Quest’ultimo sede dell’Hotel Le Torri e dell’annesso ristorante Il Gallo.